Optometria dell’età  evolutiva

A quale età  poter eseguire un esame visivo?

Molto spesso si ritiene che lo sviluppo visivo sia un processo innato e quindi quasi scontato. In realtà  il percorso di sviluppo contiene indubbiamente una componente genetica ma resta essenzialmente un processo appreso ed estremamente legato all’attività  motoria. E’ quindi importante poter osservare le diverse tappe di sviluppo visivo per prevenire possibili problematiche, legate in modo particolare alla visione binoculare nel suo delicato divenire. Oltremodo importante resta la verifica dell’adeguato mantenimento di una performance visiva ottimale nelle diverse età. I momenti più indicati per un’osservazione sono a 2 mesi, 6 mesi, 2 anni, 5 anni. Le preoccupazioni prevalenti da parte dei genitori riguardano gli pseudostrabismi. Gli infanti solitamente giungono ad un allineamento stabile tra i 4 ed i 6 mesi di età , e lo strabismo costante che non si risolve entro questa età  è quindi anomalo. Così come è possibile tracciare delle curve percentile per il peso e l’altezza, anche per l’evolversi dell’acuità visiva è possibile tracciare curve di sviluppo, sin dal primo anno di vita. Congiuntamente ad una visita oculistica, l’osservazione optometrica delle diverse abilità  visive, nella valutazione del bambino prescolare, permette di osservare e raccogliere informazioni riguardo allo sviluppo visuo-cognitivo (batteria di Wachs) e alle abilità  visuo-percettive (TVPS).

Nessuno dei principali campi di comportamento (motorio, verbale, sociale) è normalmente privo di controllo o contenuto visivo. I sistemi visivo e di azione sono così interconnessi che devono essere considerati inseparabili. Per comprendere la visione dobbiamo conoscere il bambino, e per comprendere il bambino dobbiamo conoscere la natura della sua visione.  A. Gessell M.D.